Oggi, 13 marzo, le classi prime della Scuola Secondaria di I gr. “G. Pascoli” hanno incontrato nelle proprie aule la dottoressa Annamaria Frustaci, magistrato nel pool antimafia costituito da Nicola Gratteri.
Con il progetto di lettura “Ti racconto una storia”, i ragazzi hanno potuto leggere il libro, edito da Mondadori, “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia”, nel quale la giovane magistrata parla di GIUSTIZIA e LEGALITA’, attraverso le vicende che coinvolgono Totò e Lara, i protagonisti del racconto. Quella narrata in forma semi-autobiografica da Annamaria Frustaci, è la storia di un’amicizia tra due dodicenni che appartengono a due mondi diversi e distanti; Lara personifica l’onestà e il diritto mentre Totò, con il suo fare prepotente e arrogante, rappresenta il mondo della ‘ndrangheta del quale spesso, purtroppo, sentiamo parlare quando si nomina la nostra terra di Calabria. Sì, perché è proprio nella nostra regione che si svolge la vicenda e a fare da cornice alla storia dei due giovani protagonisti è proprio un paesino calabrese; il nome è di fantasia, San Maurilio, ma potrebbe essere un qualsiasi comune calabro in cui tanti giovani crescono e vivono. E’ una storia, però, anche di speranza, crescita e riscatto non solo individuale, ma di un intero territorio, quello calabrese, che vuole con impegno e tenacia emanciparsi da una mentalità mafiosa e gretta che limita ogni forma di libertà e di crescita. Tanta la partecipazione e l’impegno profuso dai ragazzi che hanno manifestato, attraverso la formulazione di innumerevoli e pertinenti domande e a riflessioni attente, un attaccamento e una sensibilità significativa a tematiche tanto attuali quanto delicate. Importante e lodevole l’approccio della dott.ssa Frustaci che ha dimostrato che con la volontà e un linguaggio semplice e immediato si può arrivare a spiegare tutto ai più giovani, che è possibile e soprattutto doveroso far capire alle nuove generazioni che bisogna rompere il muro di silenzio e omertà che per troppi anni ha contribuito a far crescere il fenomeno mafioso, la cultura mafiosa, come più volte ribadito durante l’incontro dalla Frustaci, si combatte con la cultura della legalità e la Scuola in tal senso ha un ruolo fondamentale e determinante. La dottoressa ha concluso con la frase che riassume un po’ tutto il senso del libro e dell’incontro: “La mafia verrà sconfitta non da un esercito di magistrati, ma da un esercito di insegnanti”.
Clicca qui per vedere il video con i contributi dei ragazzi